di Enzo Sorbera

Ieri pomeriggio sono stato alla IV rassegna Città di Chiusi organizzata dalla Corale Arcadelt. In genere, vado malvolentieri alle rassegne di musicisti dilettanti: si assiste a veri e propri crimini contro la musicalità. Incolpevoli Poulenc, Britten, Bach e Mascagni vengono massacrati dalla “corale del cral” di chissaddove, e l’ascoltatore, sbigottito, spera solo che il tutto finisca senza ulteriori spargimenti di note.

Invitato con un caldo sorriso da un’amica carissima (che spero voglia intervenire qui), oggi sono stato fortunato. La Arcadelt ha aperto la serata con un bellissimo brano di Kodaly e un meraviglioso Palestrina (il forte del “felle et acetum” è stato eseguito con vera maestria, mentre il temibile “sint remedium” è stato affrontato con una sicurezza assoluta). Mi ha un po’ deluso l’esecuzione del K.439 di Mozart, certo non all’altezza del Domine palestriniano, ma si sono prontamente riscattati con gli altri tre brani mozartiani in programma. Bravissimi!

Di seguito, la corale di Pienza, diretta da Marco Zullo – un’istituzione qui a Chiusi -. Una corale numerosa che, quindi, richiede un supplemento di “polso” e lo Zullo ha confermato sia la sua forza di direttore, sia la sua capacità di amalgamare un insieme vocale eterogeneo (voci giovani e “vecchie” insieme, ad es. tendono a “sfiatare” un po’). Sorretti da una pianista di ottima tecnica, hanno aperto conil Gloria di Vivaldi. Si tratta del classico brano traditore: l’attacco forte apre al rischio dell’effetto eco (invece che un Gloria! si sente il gloglogloria delle corali inesperte, con un effetto comico irresistibile); niente di tutto questo,l’attacco è stato superbo, cosi come la pronuncia dell’excelsis (in genere i toscani tramortiscono il latino con aspirate e troncamenti disastrosi). Su ottimi livelli l’esecuzione dei brani di Rutter – che non conoscevo – per diventare addirittura strepitosi su Verdi e il coro degli zingari del Trovatore.Anche qui, i forte e le note in dissonanza sono stati risolti davvero molto bene .

L’unico neo è stato dato dalla coda dedicata ai Beatles: sinceramente, ne avrei fatto a meno. Non perché non siano stati bravi, ma perché arrangiare per 40 persone (ma dove sono, quando non stanno nel coro, tutte ‘ste persone a Pienza?) Yesterday o Lady Madonna o Hey Jude svilisce la potenza del coro. Se si volevano presentare brani leggeri bastava far riferimento a Bacharach,oppure a un musical tipo A chorus line o Sister act oppure a un gospel di effetto. Comunque,complimenti vivissimi.

 Giornata fortunata per l’ascoltatore: la coraledell’Accademia degli Unisoni di Perugia ha presentato i “Balletti a cinque voci” di Gastoldi. Belli, splendidi, ma rarissimamente eseguiti dal “vivo” (capita di sentirne solo qualcuno – in genere Amor Vittorioso -): sentirli da una corale così numerosa e affiatata mi ha veramente emozionato. Eseguiti tutti molto bene, mi hanno però entusiasmato “Speme amorosa”, “Gloria d’Amore” e “Il Martellato”.

Mi chiedo cosa sarebbero capaci di fare con Bruckner o con Monteverdi. In chiusura, il trionfo di Paola Conca e Stefano Giannotti. Splendide voci, accompagnate al piano da Elisa Marroni (bravissima), hanno eseguito brani da “Le nozze di Figaro”, per poi eseguire il duetto Quanto amore… da “L’elisir d’amore”. Un po’ troppo solenne lei, più “uomo di palcoscenico” lui, hanno davvero entusiasmato il pubblico presente. Mi piacerebbe sentirli alle prese con Rossini.

In chiusura, la presenza del Sindaco – che ha consegnato un ricordo alla direttrice della Arcadelt– ha dato alla manifestazione un riconoscimento aggiuntivo rispetto al semplice patrocinio: la conferma che si tratta di un evento importante per la città. E’ un buon segnale. Cosa sia successo dopo, non lo so: sono dovuto scappar via. Ma mi riprometto di esser presente anche alla prossima edizione.